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’Chiara’ un film di Susanna Nicchiarelli - al cinema

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News by CINEUROPA

Recensione: 'Chiara' di DAVIDE ABBATESCIANNI
09/09/2022 - VENEZIA 2022:

Susanna Nicchiarelli dipinge il ritratto credibile e privo di orpelli retorici di una santa, ragazza e donna rivoluzionaria
Nel suo ultimo lungometraggio, presentato in concorso alla 79° Mostra di Venezia ed intitolato Chiara [+], Susanna Nicchiarelli decide di raccontare poco meno di vent’anni della vita dell’omonima santa. La storia inizia ad Assisi nel 1211, quando Chiara (interpretata da Margherita Mazzucco, resa celebre dalla serie di successo L’amica geniale [+]), appena diciottenne, scappa dalla casa del padre per raggiungere il suo amico Francesco (Andrea Carpenzano). Rifugiandosi in un monastero e raggiunta dalla sorella minore Agnese, incomincia a vivere in povertà e secondo la Parola di Dio con le sue consorelle.

Il film è recitato interamente in volgare. A tratti, la parlata può essere difficile da seguire, anche se vale la pena di sottolineare che tutti gli attori fanno un lavoro discreto, rendendola piuttosto naturale e spontanea.
Tra i membri del cast, Margherita Mazzucco spicca grazie al suo ritratto serafico e coraggioso di una ragazza e di una donna che non si piegherà alla violenza della sua famiglia e alle pressioni esercitate dal cardinale Ugolini e futuro papa Gregorio IX (un sibillino Luigi Lo Cascio), desiderosa soltanto di vivere con le sue sorelle in povertà ed in libertà, similmente ai fratelli francescani. L’attrice sviluppa, inoltre, una buona alchimia con Andrea Carpenzano. Il loro rapporto di fratellanza ed amicizia è puro e sincero ma non per questo privo di conflitti. Questi ultimi, in particolare, emergono alla luce del riconoscimento papale che Francesco riceve per la sua opera. Secondo il pontefice, invece, Chiara non è degna, in quanto donna, “di dare l’esempio” e predicare la Parola di Dio al di fuori dalle mura del monastero.

Il resto del cast, in possesso di un buon physique du rôle, evita di rendere il tutto enfatico e retorico. Si tratta di un risultato degno di nota e difficile da raggiungere, specialmente se si lavora su dei personaggi che parlano principalmente di miracoli, compassione, spiritualità ed opere pie.

Gli inserti musicali, cantati e danzati, risultano piuttosto organici e sono ben orchestrati. Ricordano più da vicino delle pause teatrali che delle vere e proprie scene, celebrando momenti cardine della narrazione come ad esempio la guarigione dell’anziana consorella Balvina (Paola Tiziana Cruciani).

Nicchiarelli chiede a Crystel Fournier di realizzare una fotografia dai colori caldi, capace di valorizzare l’espressività dei volti segnati dei protagonisti, la natura circostante e incontaminata e la bellezza austera e scarna degli edifici religiosi. La sequenza nella quale viene recitato il celebre Cantico delle creature e la scena che ritrae Chiara davanti al monastero e circondata a poco a poco da uno stormo di piccioni, sono forse tra le più emozionanti ed ispirate a livello visivo. In diverse occasioni, inoltre, lo spazio e la messa in scena vengono gestiti in modo simmetrico e con gli attori rivolti frontalmente verso la camera, richiamando in maniera abbastanza chiara l’iconografia cristiana dell’epoca.

La scena finale sembra quasi appartenere ad un’altra tipologia di racconto e finisce per trasportare lo spettatore - almeno per qualche istante - in una nuova dimensione, decisamente più terrena e contemporanea in termini stilistici e musicali. Nella sua semplicità, la chiusura funziona, restituendo allo spettatore un grande senso di pace e compiutezza.

Al Tennis Club del Lido di Venezia, abbiamo incontrato Susanna Nicchiarelli. Il suo nuovo film, Chiara, è in concorso alla Mostra di Venezia e racconta la vita dell’omonima santa, qui interpretata da Margherita Mazzucco.

Cineuropa: Perché ha deciso di raccontare la storia di Santa Chiara oggi?
La regista italiana ci ha parlato delle sue scelte di casting, del suo lavoro sul volgare e delle sue fonti d’ispirazione.

C’era qualcosa di questo racconto del Medioevo, con le sue paure, le sue malattie, il suo isolamento che mi sembrava parlare al contemporaneo. In realtà l’incontro con Chiara è avvenuto il 7 marzo 2020. Stavano per chiudere il paese ed avevano già chiuso le scuole. Ho portato i bambini a vedere gli affreschi di Giotto ad Assisi. Eravamo soli, era un’atmosfera stranissima... Sono sempre stata appassionata di San Francesco, sono umbra di origini. Il suo messaggio è cosi radicale e la scelta della povertà è qualcosa che colpisce anche se sei non credente. Sapevo che Chiara era stata accanto a lui, però nei film su San Francesco come quello di Franco Zeffirelli [Fratello sole, sorella luna], Chiara appare poco. Quello dove appare di più è quello di Liliana Cavani [Francesco]. Mi sono incuriosita e ho acquistato un paio di libri sulla sua storia. Ho scoperto cosi che c’è una lettura della santa fatta da questa storica, Chiara Frugoni, che ha lavorato per tanti anni su una storiografia completamente diversa da quella ufficiale. […] Chiara voleva seguire l’esempio di Francesco. Capendo questa discrepanza tra la storiografia ufficiale, più religiosa e quella vera di questa ragazza, sono rimasta molto affascinata. Questo periodo coincideva col primo lockdown, eravamo chiusi in casa. C’era qualcosa di questo racconto del Medioevo, con le sue paure, le sue malattie, il suo isolamento che mi sembrava parlare al contemporaneo. Questa urgenza, questa radicalità anche della scelta di vivere in comune, stando accanto agli ammalati e in un mondo estremamente pericoloso, mi ha colpito. Mi sono resa conto che il Medioevo è molto più vicino al nostro quotidiano – in quel momento, soprattutto – di quanto credessimo. Alla base delle idee di questi ragazzi c’era anche un ripensamento del concetto di comunità, della vita in gruppo, oltre che una critica radicale alla società. Ho sentito che quei temi erano molto vicini all’oggi.

Chiara è una coproduzione italo-belga firmata da Vivo Film, Tarantula Belgique e Rai Cinema. 01 Distribution si occupa della distribuzione italiana, mentre The Match Factory gestisce le vendite internazionali.

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